Ziomm.

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WeSeocialize: un e-caffè con Cinzia Di Martino, regina di Pinterest

Il mese scorso in un nostro articolo abbiamo evidenziato i 5 punti in cui, per molti aspetti, Pinterest è già avanti rispetto a Facebook. Questi costituiscono imotivi per i quali si potrebbero convogliare i budget del social media marketing su questo social.

Inauguriamo in grande la nostra rubrica #weseocialize con la mitica Cinzia Di Martino, esperta di Visual ContentWeb e Social Media Marketing. Autrice del blog cinziadimartino.it e indiscussa guru di Pinterest.

Cinzia-Di-Martino

Dopo il primo caffè, come inizia la tua giornata? E come si evolve?

Dopo la prima caffettiera (!!), c’è la fase alzati-lavati-vestiti-corri-velocecheètardi che per fortuna dura poco: breve ma intensa!

In seguito porto i pargoli a scuola, scambio giusto due parole con le mamme/nonne/zie/maestre e poi mi chiudo in auto in un posto calmo e tranquillo, dove mi dedico a Pinterest (15’), poi a Shutterstock (10’) e a Canva (15’).
Sono pronta (quasi sempre) a pubblicare il mio buongiorno su Facebook e passo in rassegna il Feed (10’).
Quindi vado su Feedly (30’) per leggere gli ultimi articoli dei migliori e organizzarne la condivisione su Hootsuite o Buffer.

A questo punto, inizia il tour de force fino alla fine delle ore scolastiche: mi dedico ai vari progetti (siti, attività di blogging, preparazione di slide per corsi & co.) che la giornata prevede in scaletta. E nel frattempo email e telefono sempre a portata di mano!

Nel pomeriggio rallento un po’ perché ho da fare i compiti, la sera cerco di terminare ciò che ho lasciato in sospeso e mi dedico alla lettura di articoli & co. provenienti da oltre oceano.

Alle tre (circa) leggo qualche pagina su Kindle (libri di motivazione, ispirazione, social media e specifici – d’oltre oceano) e poi dormo: ma solo fino alle sette!

Nel tuo blog ti descrivi: Sono laureata in informatica, ma ho una passione spropositata per blog, social media, marketing e web design. Perché quel ma?

Perché di solito chi sente “laureata in informatica” chiede se posso dare un’occhiata al pc, se è meglio formattarlo visto che ad ogni tentativo di ingresso Facebook risponde con il messaggio “password errata”, se sviluppo App per i miei figli, se posso sistemare il wifi che lo smartphone in cucina non si collega.
Ecco perché preferisco specificare che le mie passioni sono altre.

Qual è la cosa più importante o rilevante che ti ha dato la tua professione? E non parlo solo dei bonifici… 

La parte migliore della mia professione è il contatto con le persone: io adoro stare in mezzo alla gente. Mi piace parlare (e riesco a farlo in modalità disco rotto!) ma anche osservare: mi piace notare i dettagli degli ambienti di lavoro, mi dicono tanto delle persone e delle storie non dette che si portano dentro. E spesso mi aiutano a capire, almeno in parte, l’indole di chi ho davanti e di come pormi per trarre vantaggio dal dialogo.

Quando e quanto è cambiato il mondo social da quando hai fondato il tuo blog? (a parte che ora usi il monitor a colori)

Ma dai: il monitor era a colori anche quando ho aperto il blog! 
Direi che è cambiato tanto e non lo ha fatto in un momento ben preciso, ma a poco a poco.
Dall’uso delle parole, al tono di voce, alla qualità dei contenuti, agli accessori grafici: un’evoluzione lenta ma inesorabile che ci ha portati alla realtà che oggi conosciamo benissimo e che domani sarà già diversa!

– Il Visual Content Marketing e i Social Visual –

Oltre a Pinterest, di cui sei riconosciuta come regina indiscussa, quale altro social network, che non sia Instagram, (lo so che avresti risposto questo) riesce ad attrarre la tua attenzione e perché?

Beh come Pinterest c’è solo Pinterest.
Instagram lo adoro, ma non lo uso perché, nonostante lo studio della teoria e lo sforzo immane di mio padre (ex-fotografo) di spiegarmi inquadrature, esposizioni & co., non sono mai soddisfatta degli scatti che faccio.
Mi attrae Google Plus per i contenuti interessanti (tra i colleghi italiani e d’oltreoceano). Mi attrae Facebook perché ci trovo dentro reazioni spettacolari che spesso non riesco a comprendere: penso sia utile ai fini di uno studio della psicologia delle persone e delle loro personalità. Mi attrae Twitter perché io e la sintesi viaggiamo su binari paralleli: voglio capire come sintetizzare in modo efficace in 140 caratteri! E… ho dimenticato qualcuno?! 

E Linkedin?

Beh LinkedIn non mi attrae. Io sono come i bambini se i libri non hanno le figure, non sono libri. 

Leggevo qualche settimana fa (sono un tuo fan, sallo!) un tuo articolo sul fuffismo. Pensi che il 2015, possa mettere fine a questa “piaga”? E che cosa prevedi o ti aspetti per il futuro dei social media?

Come dicevo in quell’articolo cui fai riferimento, il fuffismo in realtà è un’invenzione meravigliosa, che però in Italia è stata subito rivisitata in chiave locale, dando vita a gelosie e denigrazioni.

In USA gli esperti “fuffologi” di cucina e ristoranti si sono reinventati con i format televisivi in cui offrono aiuto a loro “colleghi” più sfortunati (per diversi motivi). Questo approccio ci ha mostrato un nuovo professionista: un duro dal cuore tenero. Ed è scattato l’amore allovertheworld per Gordon.
In Italia, hanno messo in campo lo chef Cannavacciuolo. Sono entrambi chef. Seguono lo stesso format. Eppure l’amore per Cannavacciuolo non è esploso, anzi: è partita l’onda del “tze, chi si crede di essere?!”.

Allo stesso modo in campo social media, gli esperti americani saranno sempre considerati una spanna sopra, ma non per la conoscenza o per l’approccio. Semplicemente perché sono lontani da noi e non mettono in pericolo il nostro Ego. Io mi auguro che l’empatia si impossessi di tutti i professionisti del mondo, in modo da risollevare le percentuali di autostima e facendo calare ai minimi storici l’acidità e la frustrazione di alcune persone.

Per quanto riguarda il futuro dei social media, mi aspetto che finalmente se ne comprenda il corretto utilizzo e che si abbandoni la pratica del vendere per forza, sempre e comunque.

Parliamoci chiaro, scegliamo un prodotto per una lunga serie di variabili: non prendiamoci in giro! Non è per il claim o per lo short video o per le citazioni d’ispirazione su Facebook che scegliamo un brand: è per la qualità del prodotto e del servizio che offre, per la gentilezza e la professionalità dei modi, per il valore aggiunto che ci offre, per la capacità di relazionarsi e mi fermo, ma potrei andare avanti ad oltranza.

– Quanto conta il Visual per il Food Marketing? –

Uno dei tuoi ultimi articoli parla di Expo 2015, della possibilità di proporsi a questa grande platea. Pensi che ci siano i presupposti per le nostre aziende agroalimentari (e quando dico nostre parlo di quelle del nostro Sud) che comprendano che è arrivato il momento del salto di qualità delle loro strategie? Di comprendere che Internet e i social network possano dare vantaggi con costi sostenibili anche ai piccoli imprenditori che vogliono affacciarsi al Food Marketing?

Più che altro diciamo che me lo auguro.

E mi auguro anche che si comprenda che la presenza sui social è parte integrante e integrata di una comunicazione a 360° che non ha a che fare con la vendita, ma con il rapporto umano, la conversazione, la conoscenza, l’assistenza: un nuovo modo di fare marketing, non pubblicità!

Ultima ma non meno importante, anzi, e poi ci facciamo un caffè (a distanza). Ti è piaciuta questa intervista?

Direi proprio di si! Mi hai fatto dire cose che non avrei mai pensato di dire in un articolo!

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Pierfrancesco Rizzo

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